SUMMER OPEN SEA KAYAK EXPEDITION...

... un altro viaggio in Grecia... là dove nasce il Meltemi...
partiremo da Salonicco e costeggeremo la penisola della Calcidica, sperando di poter navigare anche intorno alla repubblica monastica del Monte Athos. Poi sarà la volta delle isole Thasos, Samothraki e Limnos.
Per noi è un viaggio aperto, sia per il tempo a disposizione che per altri kayaker che si vorranno unire a noi.
Partiremo ai primi di luglio e contiamo di finire entro agosto. Controllando la posizione che regolarmente pubblicheremo
sul blog e su Facebook, sarà possibile raggiungerci in ogni momento per far parte della squadra.
Tatiana e Mauro

Please use the translator on the left.
We're paddling most of the day and we don't have enough time to translate every single post...
We're confident you understand our position!

Le nostre pagine Facebook: Tatiana Cappucci - Mauro Ferro
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lunedì 8 ottobre 2018

Liberi come pesci nel mare...

Anche quest'anno ho realizzato una piccola collezione di pesci.
Come già per il viaggio dello scorso anno nelle Isole Ioniche e nel Peloponneso, e come per quello ancora precedente alle Isole Cicladi, anche questa estate pagaiando in kayak nel Nord Egeo ho messo insieme una serie di pescetti trovati per caso sulla spiaggia o in mezzo al mare...
Il galleggiante celeste, per esempio, mi è venuto incontro durante una lunga pagaiata al largo tra la penisola del Monte Athos e la costa greca, abbagliante tra le onde increspate che circondavano il kayak e che donavano un tocco di avvolgente monotonia al mare circostante: quel pesciolino azzurro guizzava su e giù senza sosta e quel colore così insolito ha subito attirato la mia attenzione.
Non sapevo ancora che sarebbe diventato la coppia perfetta del galleggiante bianco!
E come dimenticare il pesciolino in cima alla fila che ho incrociato sul capo sud-orientale di Limnos?

Liberi come pesci nel mare Egeo!
Le collezioni di Max e di Miri...
Altri pescetti in attesa di una collocazione...

Quest'anno poi, per la prima volta, ho realizzato una "composizione su commissione": un amico di kayak mi ha chiesto alcuni pescetti tutti per se, da tenere in casa per ricordarsi del mare lontano.
La terza collezione, invece, è per il cinquantesimo compleanno di una cara amica che con me condivide non solo la passione per il kayak ma anche quella per le creazioni artigianali d'arte povera.
Io ormai non riesco più a smettere: ogni volta che trovo un legnetto spiaggiato oppure un sassolino levigato dall'acqua o ancora un pennello rimasto senza setole, per non dire dei moltissimi rapala colorati che vagano abbandonati o perduti in balia delle correnti, non posso far altro che iniziare ad immaginare come potrà diventare la mia nuova collezione di pesciolini multiformi...
Ed ogni volta si inizia (e si chiude!) un viaggio, che non è solo reale ma anche di fantasia!

lunedì 10 settembre 2018

I numeri del viaggio...

Il viaggio nel Nord Egeo è finito già da un paio di settimane ma noi siamo ancora qui a dirci “né e oxi” invece di “si e no” perché come al solito la Grecia ci è rimasta nel cuore…
Dobbiamo ancora finire di aggiornare il blog come piace a noi (inserendo le “etichette” ad ogni punto spot e qualche link nei testi) ma in questi giorni siamo molto presi dall’inizio dei lavori nella nuova casa-capannone e stiamo rimandando la chiusura definitiva del viaggio con la scusa di assaporare ancora per un po’ il gusto del nostro recente girovagare.
Il giro in kayak è durato un paio di mesi e adesso è arrivato il momento di dare i numeri: li scriviamo appena sotto le tre mappe che ritraggono le tappe del nostro campeggio nautico…

La penisola della Calcidica...
L'isola di Thassos...
L'isola di Limnos...

48 giorni di viaggio
40 giorni di navigazione
2 giorni di fermo per cattivo tempo e turismo
806 chilometri percorsi in kayak
9 km la tappa più breve
39 km la tappa più lunga
25 km la traversata all’isola di Thassos
12 km la traversata dall’isola di Thassos
3 km percorsi a piedi coi kayak sui carrellini da Trypiti a Nea Roda
166 km percorsi in autobus per recuperare la Mauromobile
oltre 500 km percorsi in auto
1 radiatore dell’auto bucato e sostituito
2 penisole visitate nella Calcidica (escluso il Monte Athos)
2 isole circumnavigate nel Nord Egeo (esclusa Samotracia – sigh!)
1 campo “dieci e lode” nella penisola di Kassandra
1 campo “dieci e lode” alle porte di Kavala
1 campo “dieci e lode” a Limnos
3 cassette di preziosi ritrovamenti
3 palle incontrate in mare e regalate in spiaggia
26 soste in taverna (un po’ pochine, per i nostri gusti!)
Il nuovo pannello solare ci ha garantito una tale autonomia energetica da non "costringerci" più ad elemosinare ricariche nelle varie taverne (e forse anche per questa ragione ci sembrano in numero così esiguo rispetto agli altri viaggi...)
Come al solito, alla fine di un viaggio c’è sempre un viaggio da ricominciare e noi stiamo già programmando le prossime pagaiate…

mercoledì 29 agosto 2018

Il viaggio è davvero finito...

Lunedì 27 agosto 2018 – 47° giorno di viaggio
Meteore – Grecia
La visita turistica per eccellenza
Non possiamo ancora saperlo, ma ieri sera abbiamo montato il nostro ultimo campo sul territorio greco.
Non è stato facile scovare il luogo adatto per la tenda adesso che siamo così lontani dal mare, ai bordi di una strada di grande scorrimento, piena di tornanti su cui arrancano auto e tir fino a tarda notte.
In più, quando raggiungiamo questo piccola area di sosta accanto alla gola di un torrente, per superare il quale ci siamo dovuti immettere su un ponticello ad una sola corsia che sembrava troppo stretto pure per la Mauromobile, figurarsi per tutti gli altri camion con rimorchio, abbiamo avuto un tuffo al cuore: sotto al cartello scritto in greco che invita a tenere pulito il posto (che con l’aiuto del dizionario riusciamo ormai a decifrare facilmente) c’è tutta una distesa di rifiuti di vario genere e di cartacce sparpagliate dal vento, che però non è stato certo il vento a portare fin quassù. Per non dormire tra i rifiuti ci infiliamo subito i guanti e, come due provetti giardinieri, in meno di mezz'ora ripuliamo le due aiuole antistanti la fonte di acqua naturale, fresca e zampillante e così gorgogliante da tenerci compagnia durante la frugale cena del tramonto e anche per tutta la sonora dormita dell’ultima notte in Grecia.
Non siamo soli: c’è un bel cane randagio a fare la guardia alla tenda. Si accoccola sui gradini mentre mangiamo e finisce che dividiamo con lui pane e companatico, e con l’intrepido gatto rosso tigrato che sopraggiunge nel frattempo i resti del pollo arrosto avanzato dal pranzo in taverna. Il gatto sparisce dopo essersi riempito la pancia, mentre il cane rimane accanto al nostro campo, talmente vicino a noi da svegliarci un paio di volte durante la notte coi suoi sonori sbadigli e con le sue prolungate grattate dietro le orecchie.
Qui in Grecia i cani randagi non sono mai i cani di nessuno, abbandonati a loro stessi e al loro destino, ma sono piuttosto i cani di tutti, perché c’è sempre qualcuno che viene a portare loro da bere e da mangiare: qui c’è una fonte corrente e l’acqua fresca non manca mai, per il cibo invece ci pensano a turno i contadini dei dintorni, come questo signore che scende dall’auto di primo mattino e scarta due pacchetti di carta argentata ricolmi di ossa. Il nostro cane da guardia per una notte si allontana per qualche minuto, ma poi torna a salutarci quando ce ne andiamo.
Dopo avere percorso tanti chilometri di autostrada siamo contenti di arrampicarci su per questi tornanti soleggiati, nascosti di tanto in tanto dalle nuvole sparse che corrono in cielo e tra le montagne.
Ci separano ancora una trentina di chilometri dalla località turistica più visitata della Grecia dopo l’acropoli di Atene: le Meteore.
Questi incredibili monasteri costruiti sui picchi delle falesie di arenaria che contornano la vallata, e che sembrano del tutto irraggiungibili, sono dei veri e propri nidi in mattoni appollaiati tra le nuvole. Quando arriviamo al paesino di Kalambaka e svoltiamo per Kastraki, costruito proprio ai piedi delle falesie, ci rendiamo conto della unicità dello spettacolo naturale: più dei monasteri, infatti, ci attirano ed incuriosiscono i giganteschi pinnacoli dilavati nel corso dei secoli dall’acqua e dal vento, tanto che dopo finiamo anche per visitare il piccolo museo geologico del paese. Entriamo in un unico monastero, quello di Rousanou occupato dalle suore, l’unico cioè abitato da sole donne: la guida turistica dice che è il più facile da raggiungere, basta attraversare un ponticello sospeso, ma Mauro si mette a contare i gradini che salgono su per il versante della montagna ed arriva a 255 quando siamo appena alle soglie del monastero. Dobbiamo indossare abiti lunghi, sia io che lui, per non lasciare le gambe scoperte e ci perdiamo per qualche lungo minuto nella visita della piccola chiesetta interna, tutta affrescata e profumata di incenso. Ma siamo attratti dal paesaggio che si intravede oltre le feritoie, più che dall’interno del monastero.
Usciamo all’aria e al vento e saliamo ancora.
Restiamo seduti ad ammirare il panorama per molto tempo.
Fino a quando su questi pietre levigate e tondeggianti non si affollano troppi visitatori: Mauro scalpita e rimugina ad alta voce su quanto sia più facile affrontare in kayak un mare in tempesta piuttosto che a terra questa orda di barbari!
Ci ritiriamo in buon ordine, restando per qualche lungo minuto imbottigliati nel traffico disordinato dell’unica strada asfaltata che sale ai monasteri più famosi e visitati: preferiamo seguire le indicazioni per una taverna appartata, lontana dal caos ma in posizione panoramica.
Sotto una pioggerella fitta fitta che nel frattempo ha preso a cadere e che non smetterà più di bagnare il paesaggio, ci sediamo ai tavolini sistemati sotto la veranda del locale e mentre ci riempiamo gli occhi della vista (da lontano) delle Meteore, ci riempiamo anche la bocca dei nostri sapori preferii della cucina greca.
Quando la temperatura scende tanto da farci indossare i piumini imbottiti, ci decidiamo a scendere dai mille metri di queste montagne verdi per raggiungere di nuovo il mare.
Non sappiamo bene dove fermarci per la notte, senza rischiare di inzupparci sotto questa pioggia insistente, così proseguiamo decisi verso il porto di Igoumenitza.
Non sappiamo neanche se ci sono posti liberi per un’auto e due passeggeri sui traghetti che partono per l’Italia: alla biglietteria ci confermano, infatti, che l’unica tratta con posti ancora disponibili è quella per Brindisi.
Saltiamo sul primo traghetto, che pure parte a mezzanotte, a salutiamo la nostra amata Grecia…

L'ultimo campo in Grecia...
L'arrivo alle Meteore...
Le guglie di arenaria millenaria...
Siamo sempre lì!
In contemplazione prima dell'invasione...
 Le pietre esposte al museo...
L'ingresso del Museo geologico delle Meteore a Kastraki...
La snervante attesa al porto...

Martedì 28 agosto 2018 – 48° e ultimo giorno di viaggio
Igoumenitza – Brindisi
Il lento ritorno a casa
La notte in traghetto è stata tranquilla.
Nonostante i due cagnolini troppo allegri della famiglia turco-belga che si stende accanto a noi sulla moquettes del ponte numero cinque.
La mattina invece sembra essere lunghissima.
Le operazioni di sbarco sono le più caotiche a cui ci sia mai capitato di assistere, come del resto anche quelle di imbarco della sera prima, durate oltre tre ore mentre gli addetti sceglievano nelle lunghe file di auto quelle da far salire prima per occupare ogni minimo spazio nella stiva del traghetto. Al mattino, poi, nessuno sembra preoccuparsi dello sbarco: scendono alla rinfusa i passeggeri senza auto, poi vengono chiamati gli autisti ma le scale di accesso ai garage sono occupate dagli altri viaggiatori, una volta raggiunta l’auto il groviglio è tale che spostarne una sembra quasi impossibile. Solo dopo un’ora dall’attracco la Mauromobile, che pure è stata la penultima auto ad essere imbarcata, riesce a conquistarsi lo spazio sufficiente per la manovra ed ecco che scende dalla rampa.
Pensiamo di essere finalmente liberi ma non è così: anche se i controlli al porto greco di Igoumenitza sono stati capillari ed accurati, l’uscita dal porto di Brindisi è intasata da lunghissime file di auto e camion, ben rimescolate nonostante i chiari cartelli in inglese ed italiano che invitano a disporsi su diverse corsia a seconda del mezzo e della destinazione. I finanzieri sono numerosi ma le domande che ci vengono rivolte, dopo un’altra ora di attesa sotto il sole, ci hanno lasciato del tutto interdetti: dove andate, quanti contanti avete, trasportate sigarette o alcool? Non ci sembra neanche più di essere nell’Europa unita della libera circolazione delle persone e delle cose…
Una volta imboccata la statale, però, ci sentiamo ancora in Grecia.
I bordi della carreggiata sono incolti ed i cespugli ricoprono parte dei guard-rail, i segnali stradali sono sbiaditi e quasi illeggibili, per non dire delle segnalazioni luminose: in Grecia erano tutte anche in inglese, perfettamente comprensibili ai tanti turisti straniere che visitano il paese, mentre in Italia sono scritte solo in un italiano pure approssimativo…
Ci consola però il panorama ineguagliabile del nostro Bel Paese!
Ci attendono alcune ore di guida fino a Latina ma procediamo spediti verso la nostra meta finale, pronti a rientrare nella normalità della vita quotidiana.
Il viaggio è finito ma ci attendono presto nuove avventure e non mancheremo di aggiornare ancora il blog…