SUMMER OPEN SEA KAYAK EXPEDITION...

... un altro viaggio in Grecia... là dove nasce il Meltemi...
partiremo da Salonicco e costeggeremo la penisola della Calcidica, sperando di poter navigare anche intorno alla repubblica monastica del Monte Athos. Poi sarà la volta delle isole Thasos, Samothraki e Limnos.
Per noi è un viaggio aperto, sia per il tempo a disposizione che per altri kayaker che si vorranno unire a noi.
Partiremo ai primi di luglio e contiamo di finire entro agosto. Controllando la posizione che regolarmente pubblicheremo
sul blog e su Facebook, sarà possibile raggiungerci in ogni momento per far parte della squadra.
Tatiana e Mauro

Please use the translator on the left.
We're paddling most of the day and we don't have enough time to translate every single post...
We're confident you understand our position!

Le nostre pagine Facebook: Tatiana Cappucci - Mauro Ferro
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sabato 14 luglio 2018

Primi giorni di viaggio...


Mercoledì 11 luglio 2018
Latina – Brindisi
Partiti!
Dopo giorni convulsi dedicati alla nostra nuova casa-capannone di Latina, decidiamo su due piedi di iniziare il viaggio estivo in kayak.
Non ci speravamo più. E invece ci siamo!
Carichiamo la Mauromobile con i due Voyager e con tutta l’attrezzatura per il campeggio nautico e facciamo rotta verso sud.
Passati gli Appennini, dove per l’altitudine fa quasi freddo, scendiamo sul tavoliere delle Puglie e restiamo ancora una volta sorpresi dalle enormi distese di ulivi e di pale eoliche.
A Brindisi non ci siamo mai stati: seguiamo il navigatore, che però ci conduce al porto turistico del seno di levante, da cui partono solo le navi da crociera. Ci concediamo un gelato nel centro storico affacciato sul mare prima di metterci in cerca dell’imbarco dei traghetti. Le indicazioni stradali scarseggiano e dopo altri due tentativi falliti arriviamo al molo giusto.
Alla biglietteria scopriamo che non hanno (non è rotto, è che proprio non ce l’hanno!) il “pos” per pagare con la carta di credito: solo contanti. Ci dicono di tornare in centro, prelevare da uno sportello bancario e tornare a ritirare i biglietti. Facciamo due calcoli e scopriamo di riuscire a pagare anche senza la carta… Al momento dell’imbarco ci chiediamo se il biglietto non costi così poco perché il traghetto è così piccolo! 
Siamo gli unici ad avere due kayak sul tetto dell’auto: per una volta, però, non ci sono problemi di altezza del veicolo perché ci fanno salire sul ponte scoperto, quello riservato al primo porto di sbarco, Igoumenitza.
Saremmo anche riusciti a dormire qualche minuto se i camionisti rumeni, bulgari ed albanesi non avessero scelto l’italiano per imbastire una chiassosa discussione contro la Russia durata tutta la notte. Anzi, solo fino alle quattro del mattino. Alle cinque gli altoparlanti del piccolo traghetto cominciano a gracchiare per invitarci a scendere: le nostre occhiaie sbarcano in Grecia…

Il primo tramonto del viaggio! 
Tatiana sotto il vecchio pontile delle luci dell'aeroporto di Salonicco...
Mauro tra i piloni della nuova pista di atterraggio dell'aeroporto di Salonicco...

Giovedì 12 luglio 2018 – 1° giorno di viaggio
Salonicco – aeroporto di Salonicco (9 km)
Vento W 6-8 nodi (F2-3) – mare calmo – 30°C
Prima ora di navigazione
Il benzinaio dell’unica area di servizio sull’autostrada da Igoumenitza a Salonicco ci dà il benvenuto in Grecia con delle caramelle alla frutta (mai ricevuto prima caramelle da un benzinaio: evviva i Greci!)
Arriviamo nella capitale della Macedonia greca quando la città si sta appena svegliando. Grazie al nostro amico Michael, conosciuto a Folegandros durante il viaggio alle Isole Cicladi del 2016 ma originario di Salonicco, scoviamo uno dei parcheggi coperti e custoditi più economici del circondario. Scarichiamo, attrezziamo e lasciamo i due Voyager presso un frequentato centro velico sul lungomare della periferia cittadina: il segretario è così dispiaciuto di non poterci riservare un posto auto per i prossimi due mesi che quasi ci aiuta ad alare i kayak (evviva i Greci). Dopo un paio d’ore dedicate a trovare posto per ogni cosa nei gavoni dei kayak, torniamo verso il centro di Salonicco per lasciare la Mauromobile al posto assegnato al secondo piano del parcheggio prenotato. La signora della cassa è così gentile che ci offre un passaggio in auto per ritornare ai kayak (evviva i Greci!)
Ci sono giornate che trascorrono molto in fretta: oggi il tempo sembra volato via. Alle sei del pomeriggio siamo finalmente pronti per far scivolare i kayak in acqua.
Pagaiamo giusto lo stretto necessario, solo per lasciarci alle spalle i rumori della città. E per farci avvolgere da quelli dell’aeroporto!
Dopo la prima mezz’ora abbiamo già perso il conto degli aerei che atterrano e che decollano dalla pista attaccata al mare. Ci preoccupano molto di più le zanzare che ronzano senza sosta sulle nostre teste, pronte a divorarci prima ancora di aver montato la tenda sull’unico triangolino di sabbia compreso tra la recinzione dell’aeroporto, uno stagno immenso ed un piccolo fiumiciattolo che esce in mare creando un curioso gioco di correnti: ma alla fine si rivelano delle principianti rispetto alle zanzare lasciate nella pianura pontina e ci lasciano il tempo di cenare davanti al tramonto (evviva le zanzare greche!)

Il piccolo faro di Akrotiri Megalo Emvolon, all'ingresso del golfo di Salonicco...
I due Voyager tra i tre vecchi gozzi a sette remi della scuola della Guardia Costiera...
I "nostri" fenicotteri rosa!

Venerdì 13 luglio 2018 – 2° giorno di viaggio
Aeroporto di Salonicco – Nea Mikhanionia (21 km)
Vento WSW 8-10 nodi (F3) – mare poco mosso – 32°C
Costretti a cenare in taverna
Prima ancora del sole ci svegliano i sei canadair che si alzano in volo a dieci minuti di distanza l’uno dall'altro e che puntano tutti in direzioni diverse. Sulla tenda volteggiano due coppie di trampolieri e l’alta marea ha portato sulla spiaggia un rapala azzurrino con cui inizio la nuova collezione di pesciolini che mi chiesto di realizzare per lui l’amico Max.
Quando prendiamo il mare, calmo come l’olio, la superficie si increspa per il movimento repentino di un branco di pesci argentei su cui si avventa subito una piccola flottiglia di efficienti sterne artiche.
Pagaiamo prima sotto il vecchio pontile dismesso, rugginoso e cadente costruito per disporre in mare le luci di segnalazione dell’aeroporto, e poco dopo lungo il muraglione della nuova pista di atterraggio che si distende nella baia per circa un chilometro. Le ruspe sono ancora al lavoro e l’aria si riempie di polvere densa e dell’odore acre della vernice protettiva usata per la fila di 25 piloni disposti verso il mare aperto.
Le prime pagaiate ci regalano delle bellissime sensazioni: siamo di nuovo in viaggio, di nuovo in Grecia, di nuovo insieme. I kayak carichi rispondono a meraviglia e navigare è un piacere puro.
Sbarchiamo per una breve sosta e per un primo gelato all’ingresso del paesino di Agios Stilianos, che ha il solo merito apparente di affacciarsi sulla scogliera di arenaria dorata che incorona Akrotiri Megalo Emvolon, il grande capo che chiude ad sud-est il golfo di Salonicco.
Noi ci troviamo a passare lo stretto contro vento e contro corrente: non deve essere più forte di un nodo, anche se siamo proprio tra la terza e la quarta ora della marea crescente, nel momento cioè di massima potenza dell’escursione di marea, ma noi lo sentiamo chiaramente nella braccia e nelle spalle, quel nodo che ci rallenta. Il vento non possiamo che contrastarlo (e sopportarlo), la marea potremmo invece evitarla, calcolando l’orario più giusto per navigare: ma è tale la voglia di uscire dal golfo di Salonicco e di iniziare l’esplorazione della penisola calcidica che non ci siamo minimamente applicati nello studio preliminare delle correnti (che sono del tutto trascurabili, almeno fuori da qui!)
Abbiamo però tutto il tempo di guardarci intorno: a pochi metri dai nostri kayak un delfino sbuffa indolente più volte e mostra la pinna caudale mentre va su e giù nelle acque verdi che lambiscono il faro.
Arriviamo poi in un luogo davvero inusuale: un piccolo bacino artificiale pieno di scialuppe di salvataggio all’apparenza abbandonate. Speriamo di poterci passare la notte ma proprio mentre stiamo per metterci a cenare (e ad aggiornare il blog) arriva un omino che indossa la divisa della Guardia Costiera greca e che ci invita gentilmente a sloggiare.
A meno di un chilometro c’è una taverna e…

Relitto con murales: in Grecia usa così :-)
Un piccolo angolo di paradiso sulla lunga spiaggia di Akrotiri Epanomi...
La nostra amata Grecia!

Sabato 14 luglio 2018 – 3° giorno di viaggio
Nea Mikhanionia – Nea Kallikratia (30 km)
Vento NW 12-15 nodi (F4) – mare poco mosso – 35°C
Di porto in porto…
Il vento si alza sin dal primo mattino, inizia a scuotere la tenda poco dopo l’alba e ci fa prendere il mare di buon’ora.
Questo tratto di costa non è molto interessante, con un profilo basso e lineare “ravvivato” solo da case-vacanze costruite sulla spiaggia e da stabilimenti balneari che sparano musica a tutto volume. Forse è per questo che non è stato inserito nella carta turistica della Terrain della penisola calcidica: per questi primi giorni di viaggio ci dobbiamo “accontentare” della scala 1:275.000 della carta nautica del Nord Egeo. I dettagli si perdono, ma del resto non ce ne sono poi molti.
L’unica punta degna di nota è Akrotiri Epanomi, una lingua di sabbia chiara che si arricciola su un basso fondale di acqua turchese.
La doppiamo inseguendo dei bassi frangenti che imbiancano tutto il golfo e che rendono la nostra navigazione mattutina frizzante e veloce.
Lasciamo cuore, occhi e papille gustative attaccate alla prima “kantina” che scorgiamo lungo la costa, una delle tipiche trattorie da spiaggia che qui in Grecia si trovano praticamente dovunque. Ci siamo ripromessi di pranzare solo con le barrette energetiche avanzate dai viaggi precedenti e con le ultime dosi della cotognata preparata a mano dal Mammut usando vere mele cotogne selvatiche raccolte, lavate e lavorate con cura nei mesi precedenti. Aspettiamo di comprare i nostri prediletti “sesamini”, le confezioni di sesamo al miele che qui sono più comuni delle gomme americane. Dobbiamo perdere qualche chilo in eccesso. Le taverne sono riservare soltanto alle ore serali, dopo la navigazione giornaliera.
Ci concediamo solo una breve sosta nei pressi di un relitto arrugginito di quella che doveva essere una vecchia chiatta da trasporto e su cui ora sono arrampicati una manciata di ragazzini abbronzati e ululanti.
Quando riprendiamo a pagaiare restiamo a bocca aperta: prima per un pesce volante così grande che stentiamo a credere sia solo un pesce voltante, e poi per un enorme stormo di fenicotteri rosa che sorvola i nostri kayak in una formazione non proprio impeccabile ma che ci regala l’emozione di un incontro ravvicinato come mai prima ci era capitato.
La giornata si conclude presto: complice il deciso vento a favore, copriamo la distanza prevista entro le quattro del pomeriggio. Scoviamo uno scivolo di alaggio malmesso in un porticciolo turistico altrettanto malmesso, ma ci risolviamo a scendere a terra perché proprio oltre il pontile si intravede una taverna: aggiorniamo il blog subito dopo avere polverizzato tutte le portate!

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